venerdì 18 settembre 2009

Meritate la fame

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_settembre_18/latte_protesta_copagri_brescia_campi-1601783949113.shtml

domenica 13 settembre 2009

Altra classifica bislacca

Ogni tanto, periodicamente, si gioca al giochino "l'Italia è un paese sfigato".

Per farlo, si prende una classifica fatta da qualche ente straniero (in genere di ispirazione anglosassone) e lo si ripubblica su un sito italiano.

A questo giro ci divertiamo con la classifica fatta dall'OCSE, ovviamente ripresa da qualche blogger per spiegare come l'Italia sia un paese in decadenza eccetera...

http://www.alfonsofuggetta.org/?p=6026


Allora, cominciamo a capire COSA vuole misurare questa classifica.

Allora, a quanto dicono, loro vogliono misurare la "competitività" di un paese.

Detto così suona quasi ragionevole. Solo che la domanda successiva è "ma cosa è la competitività di un paese? In effetti, COSA stiamo davvero misurando?"

Questo report, come altri che periodicamente vengono fuori, sono fatti tutti alla stessa maniera: definiscono un qualche indice astratto (tipo la libertà di stampa, la competività e altro) e poi pretendono di misurarlo. Ti spiegano la metodologia, ti dicono che hanno fatto questo e quello, ma mancano completamente l'aspetto fondazionale: definire COSA stai veramente misurando.

Notate che misurare, in fisica, è un'operazione estremamente complessa. Bisogna definire un'unità di base di riferimento, e poi una procedura di misura per confrontare la grandezza in esame all'unità di base. Provate a cercare la definizione di metro, e capirete come una grandezza ovvia come la lunghezza debba essere definita con precisione.

Nel caso di un concetto fumoso come la competitività, le cose sono ovviamente diverse. E infatti, qui si lavora al contrario: si prende una parola di uso comune (competitività) e poi si stabilisce arbitrariamente che questa è misurata dall'indice definito da una procedura.

Ma non abbiamo nessuna garanzia che questo indice sia significativo, e risponda a quello noi abbiamo come idea di competivitià.

Nel caso delle lunghezze, è abbastanza facile sapere se la misura che ci siamo dati è ragionevole: basta confrontare direttamente i due oggetti, e possiamo stabilire se la procedura di misura perlomeno rispetta l'ordinamento.

Nel caso di questo indice. l'operazione è impossibile: è l'indice stesso a stabilire l'ordinamento.

Il risultato è la ridicola classifica pubblicata.

Al primo posto troviamo la Svizzera, paese che campa e vive di "servizi bancari anonimi".

Al secondo posto, come ogni buona classifica fatta da un istituzione anglosassone, ci sono gli Stati Uniti, che OVVIAMENTE non sono stati toccati da una crisi economica di proporzioni spaventose (la California sta per dichiarare bancarotta).

E via ad andare così. Poi, perla fra le perle, troviamo che l'Italia è appena un centesimo di punto (un centesimo di punto) sopra l'Azerbaijan.

E la Tunisia ci supera di un punto. Fra poco, suppongo, i disperati dalla Libia faranno rotta in Tunisia, perchè lì si sta meglio.

lunedì 7 settembre 2009

Cominciamo dal mezzo

Come sempre, conviene entrare nel mezzo delle cose.

Proviamo a leggere questa bellissima notizia:

http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/economia/crisi-38/pil-cala-meno/pil-cala-meno.html

"Secondo Moody's l'economia italiana registrerà quest'anno una contrazione del 4,4%".

Vorrei ricordare che si era parlato, in precedenza, di valori che andavano dal -5 fino al -6%, ovviamente coprendo di insulti il governo per quello che non stava facendo.

Ora, apparentemente, le cose stanno andando meglio. Come pensa di commentare il giornalista di Repubblica?

"Ma ciò deriva soltanto dal fatto che man mano che la situazione migliora anche i dati di base sui quali si elaborano le stime danno luogo a risultati meno disastrosi. Quindi la valutazione è meno peggio in quanto è l'ultima in ordine di tempo."

Ossia, in realtà il giornalista di Repubblica ci sta dicendo che:

a) loro di economia non capiscono nulla;

b) gli dispiace assai che la situazione sta migliorando;

c) in ogni caso non è merito di questo governo.

Poi uno dice che gli viene voglia di votare a destra.