domenica 14 novembre 2010

Perchè vince?

Qualche anno fa andai a parlare con l’assessore all’Istruzione della mia città. Ero andato lì semplicemente perchè avevo scoperto che, secondo il regolamento in vigore, i dipendenti a tempo indeterminato avevano priorità rispetto ai cocopro, alle partite IVA individuali e, infine, ai praticanti negli studi professionali. La priorità era a prescindere dal reddito, ma era determinata esclusivamente dalla classe di appartenenza.

L’assessore mi ricevette senza grandi problemi: era una signora sui cinquanta, cinquantacinque anni, molto gentile e molto disponibile. Ricordo che ci volle molto tempo – molto tempo – a convincerla che quel regolamento era completamente sballato. Alla fine le feci un esempio banale: “Un ragazzo con un contratto di 800 euro da cocopro, assunto dal Comune, ha meno diritto all’asilo nido per suo figlio del direttore amministrativo che prende 5.000 euro al mese”. Ricordo molto bene lo stupore della persona di fronte all’osservazione; semplicemente non si era mai posto il problema in questi termini.

La cosa buffa era che si trattava del periodo in cui tutta la sinistra parlava dei cocopro e dei precari, del fatto che i giovani erano penalizzati (era l’epoca dei mutui per i precari, se qualcuno se la ricorda). In pratica, a fronte di tante parole, quando si trattava di andare al sodo – ossia di decidere a chi permettere di accedere a un servizio pubblico, e chi lasciare fuori – si tornava al normale modo di ragionare della sinistra: i dipendenti sono buoni e giusti, gli altri sono cattivi evasori fiscali che non meritano nulla.


Perchè vince? Mentre pensate a una risposta diversa dal “perchè ha le tv”, andiamo avanti.

Alcuni anni fa un certo signore emiliano divenne presidente del consiglio. Una delle riforme che propose fu quella di allegerire il cosidetto “cuneo fiscale”, in pratica la differenza fra quello che il lavoratore dipendente si mette in tasca e quello che tira fuori l’azienda – oggi il rapporto è circa 6 a 10.

In effetti il signore emiliano divenne presidente del consiglio, e in effetti attuò la riduzione del cuneo fiscale; alla fine dell’anno in cui fu varata la riforma, una mia collega rinnovò il suo contratto di cocopro, ma dovette accettare una riduzione dello stipendio, perchè “erano aumentati i contributi”.

Che cosa era successo?

La riduzione del cuneo fiscale voleva dire che lo stato, nell’immediato, non avrebbe incassato dei soldi; la teoria era che la riduzione avrebbe favorito un’occupazione più stabile, e la stabilizzazione dei precari. Questo avrebbe potuto comportare un aumento del gettito fiscale, in grado di migliorare i conti dello stato e quindi compensarli della misura stessa.


In pratica, i conti dello stato italiano sono cosa delicata, e quindi se tiri fuori subito X, devi avere un posto che ti dia subito X per compensarlo. Quindi il signore emiliano fece quanto segue:


  • le aziende che avevano lavoratori dipendenti videro ridurre del 3% i costi dei lavoratori dipendenti;

  • i dipendenti delle stesse videro ridurre del 2% le trattenute in buste paga;

  • furono aumentati del 2% i contributi a carico dei cocopro

  • furono aumentati del 3% i contributi a carico delle aziende che assumevano i cocopro.

La giustificazione era che si intendeva ridurre la convenienza dei cocopro rispetto ai lavoratori dipendenti, favorendo quindi la loro assunzione a tempo indeterminato. Questa era la teoria. La fisica del sistema, come sempre, è un’altra cosa, e il signore emiliano – che era fra l’altro un notissimo economista – non poteva ignorarla.

Le aziende che assumono cocopro non assumono cocopro per pura cattiveria – non tutte almeno – ma semplicemente perchè il mercato in Italia è fatto così. La differenza di costo fra un cocopro e un dipendente è tale da non poter essere veramente toccata da una riduzione tutto sommato così piccola.

In compenso, però, le aziende non vogliono vedere aumentare i costi del personale, dato che spesso lavorano su gare e su progetti a budget determinato. Quindi non hanno fatto altro che scaricare sui loro cocopro il costo extra che avrebbero dovuto pagare.

Ora vediamo i dipendenti a tempo indeterminato. Loro un piccolo beneficio l’hanno avuto, ma il vero, grande beneficio l’hanno avuto le imprese con moltissimi dipendenti. Queste si sono viste riconoscere un credito di imposta molto ampio, in proporzione al numero dei loro dipendenti. E’ vero che originariamente erano state escluse alcune tipologie di aziende già “ricche”, come banche e assicurazioni, ma stranamente la legge non era fatta molto bene, e con un ricorso le imprese escluse riuscirono ad ottenere di essere riammesse al beneficio.

Quindi, riassumiamo brevemente:

  • i cocopro hanno, di fatto, visto una decurtazione del 5%;

  • le aziende che assumevano cocopro sono andata a pari;

  • i dipendenti hanno avuto un piccolo beneficio del 2%;

  • le grandi imprese hanno avuto un grande beneficio in forma di credito di imposta.

Ossia, se ragionate come ragiono io, i cocopro hanno finanziato le grandi imprese, a costo zero per lo stato.

Allora, rifaccio la domanda: perchè vince?

La risposta è semplice: perchè c’è una generazione di persone che lo vota. E lo vota perchè l’alternativa è fatta di persone che, AD OGGI, non riescono ANCORA a vedere lo schifo che fa un regolamento per l’assegnazione dei posti negli asili nido in cui conta la classe e non il reddito.

Vince perchè sa che, al di là delle belle parole, per loro – per noi – dall’altra parte non c’è nulla.

Vince perchè da un messaggio forse non entusiasmante, ma sincero.

"Arrangiatevi"

13 commenti:

  1. Ottima riflessione.
    Credi che continuerà a vincere, un'ultima volta almeno, o siamo alla fine di un'epoca?
    Grazie.
    fre.

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  2. Diciamo che non è che veda grandi proposte alternative, dall'altra parte.

    Voglio dire, il fatto che la flessibilità stia uccidendo la solidità economica del paese ha dovuto dirlo uno come Draghi....

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  3. Completamente d'accordo. Aggiungo che vince anche grazie alla televisione. Non grazie a Mediaset, ma a causa del continuo e ininterrotto fiume di percolato minculpop che gli fanno contro.

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  4. è tutto vero,ma à anche vero che la sinistra stataiola che non sa assolutamente di come si lavora,o si gestisce un azienda grande o piccola che sia,che sono nati mantenuti dallo stato,ecco questi in democrazia(che non sia comunista) non vinceranno MAI

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  5. @Anonimo: non è che gli imprenditori italiani siano questo mostro di organizzazione, eh. Per il mito del "privato è ganzo a bestia" ci sono già passato negli anni 90, e si è visto come è finito.

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  6. @Paolo: le trasmissioni di destra e di sinistra non spostano un voto. Sono semplicemente intrattenimento politico - sono l'equivalente di altri format televisivi tipo Forum.

    Servono a dare argomenti da rigurgitare durante le discussioni di politica, mica a spostare voti. Non è che il tizio che legge Fede o Santoro ha molti dubbi su chi debba andare a votare.

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  7. Vince perché si guardano questi dettagli, gravi ma pur sempre dettagli. Ma certo, è scandaloso!Vince perché quelli che si sono scandalizzati per questa precedenza, non si sono accorti di una cosa più grave: ci sono stati tagli alla scuola pubblica perché si deve risparmiare e mentre per conseguenza io ho dovuto pagare un contributo chiestomi direttamente dalla scuola pubblica perché i soldi le occorrono comunque, nella prossima finanziaria è previsto un miliardo (o erano due? non ricordo) di finanziamenti alla scuola privata, proprio dove va il figlio del dirigente da 5000 al mese del tuo esempio.
    Ti incoraggio a smascherare queste schifezze del paese, ma ritengo che la ricerca della verità debba partire dai fatti e non dalle opinioni.

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  8. @Anonimo.

    Primo: ragazzo, io guardo cosa mi pare, e considero importante cosa mi pare.

    Secondo: vai dalla mia collega che si prendeva mille euro al mese, a dirle che i cinquanta euro che le hanno tolto erano dettagli, e vedi cosa ti risponde.

    Terzo: i tagli non c'entrano nulla con i contributi. Sono sette anni che io porto alla scuola pubblica contributi in denaro e in generi, oltre ai soldi dell'iscrizione. E sto in una regione rossa e in una città rossa.

    Quarto: i contributi alle scuole private li ha preparati e rifilati il centrosinistra, a suo tempo.

    Quinto: i fatti io li conosco bene. Conosco benissimo quanto costa un bambino in un asilo privato e quanto costa in un asilo pubblico per dire - il rapporto è sei a dieci. Lo sanno anche gli amministratori pubblici, tanto è vero che per potenziare il servizio lo stanno danno in subappalto alle cooperative, perchè costano meno.

    Sesto: io non devo smascherare un bel niente. Non faccio il vendicatore solitario. Io ho argomentato perchè la sinistra perde, e tu, anzichè discutere degli argomenti, rispondi "non è questo il problema".

    Faccio un disegnino per farti capire che è una risposta a baccello?

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  9. @ Bizzarri, a parte che se le trasmissioni politiche non spostano voti (lo credo, in buona parte) di cosa ha parlato la sinistra in questi anni? La mia impressione è che ci sia un orrido patto, grazie al quale la politica in tv va alla sinistra, mentre Sb si tiene Mediaset, ed è per questo che in Italia non c'è né mai ci sarà liberalismo... Leggi poi cosa scrivo sulla scuola di Stato e su quella privata: http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2010/11/scuola-pubblica-o-scuola-privata.html

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  10. @paolodellasala: non ho detto che le trasmissioni politiche non spostano voti. Non parlo di questo; parlo di come la sinistra sia stata incapace di ascoltare il proprio elettorato di riferimento. Rispondo di quello che ho scritto e basta.

    Quanto al tuo link, non c'entra niente con il contenuto del mio post e, nello specifico, si tratta di una grossa massa di cazzate. Per cortesia evita di venire qui a fare propaganda spicciola per certe idee deliranti.

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  11. Mizzica, non intendevo mica fare propaganda. A volte scrivo anche su Il Riformista, del resto. Di norma scrivo su un quotidiano indipendente per davvero Il Secolo XIX, per una scelta precisa: ho le mie idee e non amo fare propaganda per nessuna ideologa. E' mai possibile che non ci siano spazi di dialogo? Non è anche questo un errore clamoroso, dare sempre e solo del cazzarone all'altro da sé?

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  12. @paolodellasala:

    a) se posti un articolo in cui proponi un'idea, stai facendo propaganda a quell'idea. E ti sto illustrando un fatto, non sto aprendo un filone di discussione.

    b) questo blog non è uno spazio di dialogo. Qui si parla di ciò di cui io voglio parlare, e non si parla di altro. Come prima, ti sto illustrando un fatto, non sto aprendo una discussione.

    c) hai detto che scrivi sul Riformista e sul Secolo XIX perfetto, continua. Io ho standard più elevati per quello che faccio passare. Se vuoi vedere tuoi commenti pubblicati, rispondi A TEMA sulle COSE di cui sto parlando. Qui i deliri pro o contro la sinistra, pro o contro Berlusconi, pro o contro il Grande Mazinga NON CI SONO.

    d) questo è l'ultimo commento che impiego per spiegarti come funziona questo blog. Il prossimo commento del genere lo sego e basta.

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