Nel post precedente ho accennato alle opportunità che esistono per gli umanisti al di fuori del mondo accademico e della ricerca. Qui di seguito riporto alcune possibili opzioni.
E’ importante però ricordare che non esiste l’Eldorado, e non esiste il pasto gratis; queste opportunità non sono facili e non sono immediate, ed è probabile che la formazione dell’umanista medio sia largamente insufficiente. Come dicevo prima, abbiamo un culturista che deve diventare uno sportivo: c’è molto lavoro da fare per imparare a fare un buon uso dei muscoli che possiede.
Semplificando molto, esistono due capacità umanistiche che il resto del mondo può trovare interessanti – e per le quali può quindi essere disposto a sganciare moneta:
- La capacità di organizzare, secondo strutture semantiche raffinate, grandi quantità di informazioni complesse e strutturate.
- La disponibilità grandi quantità di contenuti di carattere storico, artistico e letterario.
La prima capacità è la forse la meno considerata, ma è un bisogno di cui si sta rapidamente sentendo e affermando la necessità; lo sviluppo dei sistemi informatici sta semplicemente facendo esplodere la quantità di informazioni che un’organizzazione deve trattare. Per una piccola azienda come la mia si parla di codice sorgente, mail da e verso clienti, partner e fornitori, documentazione tecnica di riferimento, proposte di progetto e moltissimo altro ancora.
La capacità di strutturare contenuti a più livelli, che è propria degli umanisti, è quella di cui si avrebbe bisogno.
Il primo livello è quello “tecnico”, del singolo documento. Io faccio il progettista software in una piccola realtà, e passo metà del tempo a scrivere proposte tecniche, rapporti, progetti esecutivi e quant’altro; la capacità di organizzare un documento in forma chiara e intellegibile, nonché la necessità di leggere documenti tecnici e comprenderne le lacune concettuali è quello di cui si sente enormemente il bisogno. Se avete mai corretto una tesi di laurea di ingegneria, sapete di cosa sto parlando; e una tesi è tipicamente scritta molto meglio di una risposta a un bando di gara.
Il secondo livello è quello dell’organizzazione della documentazione. Come dicevo prima, oggi le informazioni di un’azienda sono spesso organizzate in modo assolutamente causale, privo di struttura e di criteri che ne permettano la rapidità di reperimento. Qui è fondamentale la capacità che è propria degli archivisti e dei bibliotecari di strutturare informazioni secondo categorie multilivello; se fate vedere un sistema di knowledge management a qualcuno che si è occupato di fare assoggettazione, si metterà a ridere per la semplicità degli strumenti utilizzati.
Il terzo livello è quello legato alla strutturazione dei concetti. Oggi i sistemi informatici cercano di fornire risposte più sensate, cercano di darvi quello che volete e non quello che avete chiesto, interpretando le vostre richieste e cercando di contestualizzarle; per esempio, un motore di ricerca potrebbe farvi apparire una scheda su Galileo se voi cercate “storia dell’astronomia”. Si tratta di un collegamento semantico fra due concetti diversi, non correlati in modo puramente letterario. In questo caso si parla di utilizzare ontologie , ossia insiemi di concetti collegati tramite relazioni. I filosofi su questo dovrebbero ritrovarsi.
Se invece parliamo di contenuti veri e propri, il riferimento è legato piuttosto all’uso dei contenuti per scopi di intrattenimento. Altri scopi – tipicamente l’educazione – sono ovviamente già esauriti dal mondo accademico e scolastico, di cui purtroppo si riconoscono i limiti.
In questo caso, gli utilizzi sono legati a tutti coloro che usano il contenuto per creare prodotti di intrattenimento. Di seguito faccio una breve rassegna.
- Giochi di ruolo. Sono sempre alla ricerca di nuovi spunti per ambientazioni e background.
- Giochi per computer. In questo caso si va da simulazioni strategiche tipo Europa Universalis III a giochi di azione tipo Assassin Creed. L’ultima puntata di Assassin Creed è ambientata nell’Italia rinascimentale – periodo storico che ha enorme interesse per tutto il mondo dell’intrattenimento.
- Produzioni cinematografiche, romanzi e racconti, eccetera
Ovviamente, questi sono solo esempi per far capire dove vado a parare: dovete capire a chi può piacere quello che fate, e perché; dovete capire perché dovrebbe darvi dei soldi; dovete domandarvi se ve li darà oggi, e domani non più.
In pratica dovete capire come diventare utili per gli altri, e quindi lasciare che siano gli altri a interpretare le vostre capacità e le vostre conoscenze. E' una cosa poco divertente e poco simpatica - tipicamente io scopro di sapere un sacco di cose inutili, e che me ne mancano moltissime che io detesto ma che servono al mio cliente.
E' quello che si chiama far parte di una società: gli altri dicono cosa è utile che tu faccia.
Grazie mille!
RispondiEliminaLa seconda parte (quella riferita alla produzione di contenuti) non mi suona nuova, ma la prima è di grande interesse. Credevo che la situazione delle aziende fosse ben migliore, onestamente.
Un piccolissimo appunto: immagino sia un refuso, ma l'operazione di mettere il soggetto (o i soggetti) è la soggettazione, non l'assoggettazione - ho catalogato fondi librari in passato...
Grazie ancora ^^
Mah, il termine l'ho sentito usare così. Probabile sia una storpiatura.....
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