domenica 15 agosto 2010

La sorveglianza della Banca d'Italia

Se siete giovani e ingenui, o anche se siete vecchi e ingenui, potete leggere il risultato della visita ispettiva della Banca d’Italia al Credito Cooperativo di Firenze, già diretto dall’attuale coordinatore del PdL Verdini, e giocare a indignarvi.

Che indecenza! Che cose mostruose! Crediti dati in modo arbitratio a persone non affidabili! Conflitti di interessi! Che mondo signora, che gente!

Se invece siete come me, guardate a queste cose e vi viene da sorridere: si tratta, generalmente, di cose che avvengono tutte ex post, quando la Banca d’Italia deve mettere una pezza al fatto di non aver visto niente.

Vediamo un po’ due episodi.

Il primo è il Crack Parmalat, dove una società di rilevanza internazionale riuscì a truffare migliaia di risparmiatori. Ora, vorrei ricordare che la Parmalat era enormemente esposta verso le grandi banche italiane (e straniere, ma non è importante); che i suoi bilanci, come ebbe a dire l’amministratore staordianrio Enrico Bondi, erano palesemente falsi e truccati; e che si stava parlando di esposizioni per MILIARDI di euro, non per qualche centinaia di migliaia di euro. La Banca d’Italia aveva i mezzi per conoscere queste cose – e se non li ha, francamente non si capisce la sua utilità. Semplicemente non era interessante accorgersene.

Il secondo riguarda Pisa e la vicenda della Cassa di Risparmio di Pisa. Diciamo che la Cassa, dietro la guida di Fiorani, cominciò una serie di operazioni “azzardate”, tipo prelevare forzatamente soldi da tutti i correntisti, oppure offrire prestiti a imprenditori in difficoltà per comprare azioni del proprio aumento di capitale. Di tutto questo – e di molto altro, che evito di raccontare per non prendermi querele – la Banca d’Italia non si accorse, anzi: vorrei ricordare le telefonate di Antonio Fazio, allora governatore della Banca d’Italia, per congratularsi con Fiorani alla sua scalata all’Antonveneta, eccetera eccetera eccetera.

La mia personale conclusione è che vedere il mondo bancario in generale, e la Banca d’Italia in particolare come un’isola felice di buon governo e di legalità è semplicemente illusorio. E’ un potere che sta in Italia, e gioca al gioco di tutti i poteri che stanno in Italia.

Ah sì: se qualcuno cita Ciampi, lo invito a rileggersi “Un eroe borghese” di Corrado Stajano. Tanto per non fare finta che le persone nascano a settant’anni e non abbiano un passato.

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